Note storiche sulle tecniche di Reintegrazione nel martinismo.
di Louis I:::I:::
e Claude I:::I:::
Loggia "Amor che move il Sole e le altre stelle"
della Collina di Roma - OMEC
Queste brevi
note, ripercorrendo in breve le vicende dei grandi Maestri Passati di quel
fenomeno iniziatico assai composito che è il martinismo, intendono
mettere in luce la solo apparente diversità delle tecniche storicamente
utilizzate al suo interno in vista della Reintegrazione dell'Uomo di Desiderio.
Nelle pagine che seguono ci occuperemo dunque dell'Ordine dei Cavalieri Massoni
Eletti Cohen dell'Universo e dell'Ordine Martinista. Il primo, leggendaria
obbedienza massonica fondata da Dom Martinez de Pasqually, era un ordine teurgico
basato su complesse dottrine di probabile derivazione sefardita, destinate
a quelli che egli definiva "gli uomini di desiderio" e che giovò
non poco alla diffusione dei sistemi ad alti gradi; il secondo, che nasce
a fine Ottocento, si richiama in base ad una presunta filiazione diretta alla
cerchia di discepoli di Louis Claude de Saint Martin, ex massone ed ex segretario
di Martinez: dal che si può ricavare un'affinità non trascurabile
ed una continuità ideale -seppur non storica né dottrinale-
con l'Ordine Cohen.
Nei paragrafi che seguono esamineremo nel dettaglio l'esperienza dell'Ordine
degli Eletti Cohen, poi proseguita in quegli Ordini Martinisti che nel Novecento
avrebbero poi tentato di risvegliare l'Ordine di Martinez de Pasqually; per
adesso sembra opportuno richiamare l'attenzione sull'obiettivo che si propongono
queste realtà iniziatiche, ovvero la Reintegrazione, la rigenerazione
dell'Uomo-Dio sulla terra dopo la prevaricazione adamica e la conseguente
caduta in questo mondo materiale, che Martinez considera "ternario"
riducendo il numero degli elementi a Fuoco, Terra ed Acqua (espressione di
Zolfo, Mercurio e Sale).
L'ORDINE DEI CAVALIERI MASSONI ELETTI COHEN DELL'UNIVERSO
Ancora oggi la
biografia e perfino la corretta grafia del nome di Dom Martinez de Pasqually
sono incerte e ricche di omissioni (il nome reale sembrerebbe essere stato
Joachim de la Tour de las Casas). Il luogo e data di nascita sono imprecisati:
malgrado sia evidente che il francese non fosse la sa lingua madre, si ritiene
che fosse nato a Grenoble in un periodo compreso tra il 1715 e 1730, mentre
la sua morte avvenne a Santo Domingo (dove si era recato per questioni ereditarie)
il 20 settembre del 1774.
Martinez era in possesso di una patente massonica - riconosciuta regolare
dal Grande Oriente di Francia - ereditata dal padre, il quale l'aveva ricevuta
da Charles Edward Stuart tramite il Cavaliere Ramsay. Paqually iniziò
la sua attività intorno al 1755, quando per conto di imprecisati Maestri
iniziò di viaggiare per la Francia per far conoscere la dottrina Cohen;
appena due anni dopo, all'interno della Loggia Josuè, nacque il primo
Tempio visibile degli Eletti Cohen. La sua missione continuò incessantemente
negli anni successivi per arrivare a fondare nell'equinozio di primavera del
1767 il Sovrano Tribunale dell'Ordine dei Cavalieri Massoni eletti Cohen dell'Universo,
dopo 13 anni di intensi preparativi. L'Ordine visse appena 14 anni, la metà
dei quali senza potere godere della influenza carismatica e spirituale del
fondatore: ragion per cui l'ultimo sovrano (tale Sebastian de Las Casas, evidentemente
un consanguineo di Martinez) fu costretto a mettere in sonno l'Ordine. I cohen
superstiti, salvo quelli che proseguirono autonomamente sulle orme del loro
Maestro, si indirizzarono verso il Rito Scozzese Rettificato (creato dal cohen
G.B. Willermoz su un impianto più strettamente massonico, risultante
dalla "fusione fredda" con la Stretta Osservanza Templare) o verso
quello dei Filaleti. Quasi tutti lessero avidamente le numerose opere pubblicate
Louis Claude de Saint Martin (ex Gran Segretario dell'Ordine), che senza voler
mai fondare un proprio Ordine propose una Via Interiore che comunque aveva
un consistente debito con la mai rinnegata cosmologia martinezista.
Le influenze alla base della dottrina martinezista sono come è immaginabile
di difficile individuazione, passando da elementi gnostici a quelli cabalistici
o addirittura islamici (secondo Amadou). Un dato non trascurabile viene dallo
stesso termine "cohen", di possibile derivazione ebraica, da Cohanim,
ovvero i ministri del culto membri della casta sacerdotale del servizio divino
nel Tempio ebraico e consacrata alla conservazione e trasmissione dei segreti
della Torah. Sempre Amadou ha fatto notare come "cohen" sia l'anagramma
di "Enoch", circostanza indubbiamente interessante...
Martinez, coadiuvato da Saint Martin che aveva maggiore attitudine alla scrittura,
ha lasciato ai suoi adepti le Dieci istruzioni agli uomini di Desiderio, compendio
di quello che sarebbe poi diventato il "Trattato della reintegrazione
degli Esseri nelle loro primitive virtù e potestà", in
cui si rileggono in chiave esoterica e simbolica (facendo giusto qualche concessione
alla massoneria ed al cristianesimo) i libri del Vecchio Testamento, e riservando
un grandissimo spazio alla figura di Mosè. L'estrema complessità
del testo non consente qui un'analisi compiuta: quel che si può dire
e che il Trattato contiene l'invito agli "Uomini di Desiderio" a
ritornare alla purezza originale grazie al culto Tradizionale primitivo con
la ricostituzione della condizione di Uomo-Dio riflesso del Padre come prima
della caduta. Il cammino di reintegrazione passa attraverso una durissima
ascesi dove l'uomo apprende il modo in cui resistere ai pensieri negativi
ed alle tentazioni cui è sottoposto da parte degli spiriti prevaricatori,
per diventare il signore di se stesso al grado di Reaux Croix e comunicare
infine con le gerarchie celesti. Basti pensare, quanto alla durezza della
metodica Cohen, che l'esecuzione corretta del cerimoniale comportava infatti
un lavoro in preparazione fatto di digiuni, preghiere e rituali per un totale
di tre settimane, l'inizio delle operazioni era fissato per il primo giorno
del primo quarto di luna di marzo e doveva essere preceduto da una messa in
onore del Santo Spirito.
L'Ordine era strutturato in dieci gradi, includendo i tre gradi simbolici
che Martinez considerava solo un brodo di coltura per i possibili teurghi
(non a caso i gradi azzurri venivano conferiti insieme): alla classe del Sagrato
(comprendente anche il grado di Maestro perfetto) seguiva la classe del Portico,
poi quella del Tempio ed infine quella del Santuario, riservata ai Maestri
Reau-croix, in cui si attuavano quelle operazioni teurgiche per le quali il
Cohen si era preparato in precedenza.
La costruzione massonica dell'Ordine peraltro, più che per una reale
esigenza del Sovrano, serviva per fornire una struttura rassicurante ai suoi
adepti, al pari delle estenuanti rituarie giornaliere di stampo cattolico:
il nucleo fondante dei Cohen è infatti sempre stato il culto teurgico,
che richiedeva grande dedizione ed un rigore assoluto ma che prometteva di
ristabilire l'Uomo nelle sue originarie prerogative. Da ciò, insieme
alla grande complessità della cosmologia martinezista (basata sull'aritmosofia
e su un parzialmente originale studio della tetraktys pitagorica), deriva
la forte impronta lasciata dall'Ordine dei Cavalieri Massoni Eletti Cohen
dell'Universo nel panorama esoterico dei secoli successivi, a dispetto della
vita relativamente breve dell'Ordine e del suo fondatore.
LOUIS CLAUDE DE SAINT MARTIN E LA VIA INTERIORE
Figura altrettanto
complessa ed affascinante è quella di Louis Claude de Saint-Martin
(ex uomo di legge indirizzato poi alla carriera militare), che nel 1768 divenne
segretario del suo Maestro e
nel 1772 fu ordinato Reau Croix. Egli partecipò attivamente alla stesura
del Trattato di Martinez nonché alla redazione delle istruzioni; dopo
la morte del suo primo Maestro (come egli sempre amò chiamare Martinez)
si dimise dalla Massoneria e da tutti gli ordini iniziatici, sviluppando ulteriormente
una Via personale nata dall'innesto sulle dottrine di Pasqually della filosofia
del mistico Rosa Croce Jacob Bohme, che egli tradusse personalmente dal tedesco.
Si è autorevolmente osservato che "molte sono le opere che Saint-Martin
scriverà durante la sua vita e da esse emerge che lo spiritualismo,
di cui la via gli era stata prima aperta da Martinès de Pasqually e
poi appianata da Jacob Böhme non è più la "scienza
degli spiriti", ma quella di Dio; e a differenza dei mistici che si uniscono
attraverso la contemplazione al loro Principio, non è, per Saint-Martin,
solamente la facoltà affettiva che conosce in sé il proprio
principio divino, ma la facoltà intellettuale, attraverso un'operazione
attiva che è il germe della conoscenza".
Pur non volendo mai creare un ordine propriamente detto, leggenda vuole che
Saint Martin costituì il cenacolo degli "Intimi di Saint Martin",
in cui senza troppe formalità egli stesso conferiva l'iniziazione agli
Uomini (e donne) di Desiderio che desideravano entrare in contatto con il
proprio ineffabile Sé, l'eterna scintilla divina splendente dentro
l'uomo caduto e redento dal Riparatore (termine con cui egli indica il Cristo).
L'abilitazione all'iniziazione diretta (sconosciuta ai Cohen) deriverebbe
dal potere conferitogli da confraternite poco note come i "Fratelli Asiatici"
ovvero l'"Ordine dei Filosofi Incogniti o della Stella Fiammeggiante"
o quello ancor più misterioso detto della "Società dei
Filosofi Ignoti" . Per chi ha letto e meditato a fondo il pensiero di
Saint Martin, tuttavia, queste voci sembrano poco più che semplici
leggende.
Malgrado le apparenze, siamo di fronte ad una Via di esoterismo gnostico-cristiano
piuttosto che con la mera devozione cattolica (verso la quale Saint Martin
non era tenerissimo) né tantomeno con un misticismo acquoso e remissivo.
L'Uomo di Desiderio è - anche qui - un Cavaliere che progredisce volontariamente
nell'amore che dimostra verso la Conoscenza ovvero la riconquista della natura
spirituale, il legame con Dio, prima della caduta e tornare allo stato di
libertà originario.
Dalle operazioni teurgiche si passa insomma ad una Via che sviluppa il ternario
"Pensiero, volontà ed azione", attraverso cui l'Uomo di desiderio
può penetrare nei suoi più intimi recessi per conoscere se stesso,
a patto che queste tre facoltà siano restituite allo splendore originario
e ai "diritti della loro destinazione originale".
Louis Claude de Saint Martin è stato uno dei più grandi personaggi
dell'esoterismo occidentale, nemico della mania del meraviglioso d'ordine
inferiore e di tutti i professionisti dell'occulto, sostenitore del combattimento
interiore per cercare di liberare, dalle spirali della materia in cui è
prigioniera, la scintilla divina che è in noi e reintegrarsi allo stato
primordiale grazie all'aiuto divino che lo protegge dalle sollecitazioni più
pericolose che ostacolano la metamorfosi spirituale. Non si tratta evidentemente
di una via umida bensì di una Via cardiaca secca, giacché essa
"mediante la "concentrazione" passa per la testa dovendo, con
le forze delle facoltà dell'anima, pervenire all'elevazione del pensiero
".
Passato all'Oriente il Filosofo Incognito (come egli si firmava nelle sue
numerose opere) leggenda vuole che la Società degli Intimi continuò
a trasmettere l'iniziazione diretta fino a che nel 1882 fu fondato il primo
Ordine Martinista da alcuni valorosi occultisti dell'epoca, guidati da Gerard
Encausse detto Papus. Il deposito da lui ricevuto tramite l'occultista Henri
Delaage si limitava al monogramma "S:. I:." , mentre il Fratello
Chaboseau aveva semplicemente ricevuto alcune nozioni di ordine esoterico,
ma nessuna formale iniziazione.
A partire da quell'epoca, si è andata ingenerando una sempre maggiore
confusione tra le dottrine martiniste e quelle occultiste dell'epoca, sovente
fuse in Ordini martinisti altamente eclettici in cui confluivano elementi
gnostici, cabalistici, egizi, teurgici, occultistici e perfino psicologici.
Un tentativo di fare chiarezza viene dal principale artefice del risveglio
dell'Ordine dei Cavalieri Massoni Eletti Cohen dell'Universo nel secolo scorso:
ci riferiamo a Robert Ambelain detto Aurifer, vero deus ex machina dell'esoterismo
francese della seconda metà del Novecento, che nel 1943 risvegliò
in buona fede l'Ordine con l'aiuto determinante di G. Lagreze, un massone
che pretendeva di ricoprire una posizione apicale nel Rito Scozzese Rettificato.
IL FALSO PROBLEMA DELLE DUE VIE
Come osservato
da un illustre Fratello con riferimento ai Cohen, "Con operazioni di
tipo teurgico sempre più complesse e via via più segrete nell'avanzare
dei gradi, e comunque il tutto espresso attraverso una terminologia cristiana,
questa dottrina veniva impartita all'adepto a cui spettava il compito di apprendere
quale fu la sua origine e qual è la sua destinazione e quali sono le
vie comuni della sua caduta e della sua risalita. La sua rigenerazione dopo
la caduta di Adamo passa attraverso la faticosa ascesi che permette di raggiungere
un Sacerdozio Cohen, durante il quale egli impara ad avere il dominio di se
stesso e, preparato nel silenzio, con la preghiera, il digiuno ed altre particolari
pratiche, ottiene in determinati giorni la rivelazione soprannaturale di ciò
che Martinès indicava con il termine Chose, ossia la "Cosa""
, la quale corrisponde al volto femminile della Divinità ed alla Sua
immanenza nella manifestazione (cfr. la Shekinah dei cabalisti).
Per arrivare a questo altissimo scopo, Martinez propone una Via basata dunque
su una costante purificazione e preghiera (si narra che il regime di vita
dei Cohen fosse addirittura più severo di quello dei sacerdoti della
Torah), le quali avrebbero permesso ai veri Uomini di Desiderio di ottenere
manifestazioni visibili (sotto forma di glifi luminosi) dell'assenso dei 72
angeli o geni : l'apparizione dei glifi, debitamente catalogati da Martinez,
sarebbe stata la conferma della graduale ascensione del Cohen.
Si è parlato in proposito di Via Teurgica, dimenticando il fatto che
tale espressione non viene mai usata da Martinez, che parla invece di "culto
primitivo" . Questa denominazione convenzionale viene spesso usata per
esasperare una falsa questione, ovvero quella dell'abbandono della Via Cohen
da parte di Louis Claude de Saint Martin dopo la morte di Martinez, in favore
di una Via Interiore basata su un approccio che trascura la cerimonialità
a favore di una concezione assolutamente ignea della preghiera e di pratiche
di tipo meditativo. Saint Martin arriva infatti ad usare come espressione
programmatica: "le verità e le preghiere che ci sono insegnate
quaggiù sono troppo misere per i nostri bisogni; sono le preghiere
e le verità del tempo e noi sentiamo essere stati fatti per altre preghiere
e altre verità ", dacché il regno evangelico "si prende
con la violenza" . Con la preghiera, in sostanza, l'Uomo di Desiderio,
ottiene di distogliere la Divinità dalla contemplazione delle Sue proprie
meraviglie e di ottenere udienza, al fine di "entrare nel cuore di Dio
e fare entrare il cuore di Dio in noi".
Come si vede, se le modalità "tecniche" sono apparentemente
diverse, entrambe le Vie per la Reintegrazione degli esseri nelle loro primitive
potestà condividono la necessità di una purificazione e rettificazione
tipiche di tutte le Tradizioni iniziatiche degne di questo nome: non si può
accedere al Sacro se non si è Sacri.