UN C O M P E N D I O DEL P E N T I M E N T O
La Chiave ai Misteri Divini.
di Jacob Behmen (Jakob Boehme) 1575-1624,
Il Teosofo Teutonico
{ Nota: Questa breve opera apparve come Appendice ad un Libro {contenente 13 capitoli} di Jacob Boehme intitolato, Dell'Elezione della Grazia; o Della Volontà di Dio verso l'Uomo, comunemente chiamata, Predestinazione. }
di Louis I:::I:::
e Claude I:::I:::
Loggia "Amor che move il Sole e le altre stelle"
della Collina di Roma - OMEC
Una Breve Descrizione
della Chiave che apre i Divini Misteri, e conduce alla loro Conoscenza.
Chiunque sia desideroso di ottenere la Divina Visione in se stesso, e di parlare
con Dio in Cristo, che segua questo Corso, e l'otterrà.
1. Che raccolga tutti i suoi Pensieri e la Ragione insieme, e li formi o li
leghi in questa unica piena Determinazione e Scopo; vale a dire, consideri
ciò che egli è.
2. La Scrittura lo chiama l'Immagine di Dio, il Tempio dello Spirito Santo,
che dimora in lui, e un Membro di Cristo, e gli offre la Carne ed il Sangue
di Cristo a lui affinchè gli sia Cibo e Bevanda. Egli dovrebbe dunque
ben considerare in se stesso, se egli realmente sia posseduto da una tale
Misura di Grazia come è sottinteso in questi Appellativi, e davvero
degno dell'alto Titolo di Cristiano. Dovrebbe esaminare la sua intera Vita,
ciò che ha compiuto, e come ha trascorso il Tempo passato; se si trova
essere in Cristo, o azionato da una divina Volontà e santi Desideri.
Per che cosa è principalmente portato; se sente in qualunque Momento
una Volontà o Desiderio spasimante di cuore verso Dio, e bramoso di
essere salvato da lui.
3. Ora, se in questo Esame egli trova in sè una Volontà, seppur
mai così debole e nascosta nel profondo, che volentieri si volgerebbe
alla Grazia di Dio se potesse, sappia che quella Volontà è l'insita,
incorporata, ed endo-pronunciata Parola di Dio, che fu endo-pronunciata nel
nostro primo Padre Adamo in Paradiso, dopo che il Peccato fu commesso; e che
Dio Padre, JEHOVAH, lo attrae così a Cristo .
4. Poichè nel Sè non abbiamo affatto Volontà di Obbedienza;
ma quell'attrazione del Padre, cioè l'insita, incorporata, endo-pronunciata
Parola di Grazia, attrae tutto, perfino il più empio, salvo che egli
sia del tutto un Cardo , e non vorrà che sospendere il suo malvagio
operare per un Momento.
5. Cosicchè nessun Uomo ha Motivo di dubitare della Grazia di Dio,
se in qualunque Momento egli scopre in sé un Desiderio o Inclinazione
a convertirsi. Solo, che non ritardi la sua conversione di un Momento, ma
che vi si applichi istantaneamente, ricordando ciò che è scritto,
Oggi quando udite la Voce del Signore, non indurite le vostre Orecchie ed
i Cuori.
6. Poichè quel Desiderio od Inclinazione unica a convertirsi è
la Voce di Dio nell'Uomo, che il Diavolo soffoca e sopprime con le Rappresentazioni
od Immagini che gli porta alla Mente, sicchè la conversione è
ritardata, e rinviata da un Giorno all'altro, e da un Anno all'altro, finchè
alla lunga l'Anima diviene un vero Cardo, e non può più raggiungere
la Grazia.
7. Ma che egli trovi un Desiderio di conversione, rifletta bene con se stesso,
e allora si decida ad esaminare l'intero Corso della sua Vita, e lo raffronti
con la Regola dei Dieci Comandamenti, e all'Amore richiesto dal Vangelo, che
gli comanda di amare il suo Prossimo come se stesso . Che consideri, che egli
è un Figlio della Grazia - solo finchè è in quello Spirito
di Amore Cristiano; e poi veda quanto si è ampiamente allontanato da
ciò nei suoi Pensieri ed Inclinazioni quotidiane. Quella attrazione
del Padre lo condurrà ad una Visione della pura ed amabile Rettitudine
di Dio da un Lato, e gli svelerà dall'altro, le Immagini o Proprietà
che sono naturalmente impresse nel suo Cuore, che egli ha per tutta la sua
Vita amato invece di Dio, e ancora ritiene il suo miglior Tesoro .
8. Le quali Proprietà egli troverà essere, 1. Orgoglio, nel
cercare ed amare se stesso, e desiderando anche essere onorato dagli altri;
una Proprietà che lo spinge a prendere Potere e Dominio nel suo Orgoglio,
e ad avere la Pre-eminenza . 2. La Proprietà del Suino, la Cupidigia,
che vorrebbe avere tutto per sè solo; e se avesse il Mondo intero,
ed anche il Cielo, ancora vorrebbe avere pure il Dominio sull'Inferno. Essa
desidera più di ciò di cui ha bisogno la sua Vita temporale,
e non ha affatto Fede verso Dio, ma è un Suino infetto, che volentieri
ingoierebbe ogni Cosa nel suo Stomaco. 3. La Proprietà dell'Invidia,
che punge i Cuori degli altri, invidiando ed ingelosendosi poiché chiunque
avrebbe più Beni temporali od Onore di quanti ne abbia essa stessa.
4. La Proprietà dell'Ira, che quando l'Invidia, come un velenoso Pungiglione,
la irrita e l'infiamma, in qualunque minima frivola Occasione, si scatenerà,
lotterà, litigherà, si infurierà, e cercherà di
dar sfogo alla Vendetta. Si troverà anche, derivata da queste, una
gran Moltitudine e Varietà di Bestie terrestri che vivono in lui, che
egli ama ed incita; dacchè egli ama ogni cosa che è nel Mondo,
e l'ha messa al Posto di Cristo, e la venera più calorosamente e sinceramente
di quanto veneri Dio.
9. Non faccia che osservare le Parole della sua Bocca, e presto troverà
come egli calunni e dica il male degli altri in segreto, e li metta nella
peggior Luce (possibile davanti) ai loro Amici e Conoscenti. Non faccia che
osservare i suoi Pensieri,e percepirà come, senza alcuna giusta Ragione
e Causa, egli interiormente gioisce delle Sventure del suo vicino, e gliele
augura per giunta; tutti questi sono le vere Unghie e gli Artigli del Diavolo,
e l'Immagine del Serpente, che ogni Uomo naturale porta con sè.
10. Che confronti allora questo Stato Infernale del suo Cuore e della sua
Vita, con la Parola nella Legge e nel Vangelo, e troverà che è
più una Bestia e un Diavolo, che un Uomo. Egli percepirà chiaramente
come queste innate malvagie Proprietà, che sono radicate nella sua
Anima, lo trattengono, e lo conducono fuori strada rispetto al Regno di Dio;
cosicchè molte Volte quando volentieri si pentirebbe e si convertirebbe
a Dio, è trattenuto da queste robuste Zampe del Diavolo, che persuade
la povera Anima che questo Mostro infernale, che è egli stesso, può
giustamente passare per una Creatura buona e santa. E andando così
ciecamente avanti Giorno dopo Giorno nella sua Natura malvagia e nelle sue
Concupiscenze, il Peccatore infelice combatte nell'Ira di Dio, e alla lunga,
quando la Grazia e l'Attrazione del Padre cessa, cade nell'Abisso o Fossa
senza fondo .
11. Noi racconteremo a quest'Uomo la Via che noi abbiamo provato e percorso,
che non è altro che questa: Che non appena abbia scoperto queste Bestie,
o Disposizioni bestiali in sè, dovrebbe in quella precisa Ora e Momento
prendere la Risoluzione di allontanarvisi, ed attraverso il vero Pentimento
convertirsi a Dio ed alla Bontà. E siccome non può farlo per
suo Potere, che prenda la Promessa di Cristo su di sè, quando disse,
Cercate e troverete,bussate e vi sarà aperto. Nessun Figlio chiede
Pane a suo Padre, e lui gli dà una Pietra; o un Uovo, e lui gli dà
uno Scorpione. E se voi che siete malvagi potete dare buoni Doni ai vostri
Figli, quanto più il vostro Padre celeste darà lo Spirito santo
a coloro che lo chiedono?
12. Che si imprima questa Promessa nel suo Cuore, poichè è Veleno
e Morte per il Diavolo, e per tutte quelle Bestie innate ed insite (nell'uomo).
E che immediatamente, proprio in quella precisa Ora, venga con queste Parole
della Promessa impresse nella sua Mente, e con Preghiere ardenti, alla Presenza
di Dio; e avendo così svelato e riflettuto su tutte queste abominevoli
Bestie che vivono in lui, che non pensi di se stesso, altro che di essere
quello sporco Custode di Suini, che ha dissipate tutta la Porzione di Beni
che suo Padre gli ha elargito come suo Diritto di nascita, su quei Suini,
le malvagie Bestie in lui; cosicchè ora sta alla Presenza di Dio come
una miserabile, nuda, disperata, cenciosa mandria di Suini, che ha dissipato
e buttato via la sua Eredità paterna nella Prostituzione con queste
Immagini bestiali, e non ha più Diritto alla Grazia di Dio, e neppure
ne è degno in minima Misura, molto meno dell'essere chiamato Cristiano,
o il figlio di Dio. Egli deve anche disperare di tutte le buone opere che
abbia mai fatto, perchè non provenivano da altro che da una Santità
ipocrita, falsa, o meramente esteriore, per cui l'Uomo che è interiormente
un Diavolo, volentieri sarebbe reputato un Angelo; mentre senza Fede è
impossibile compiacere Dio, come dice la Scrittura.
13. Che non disperi tuttavia della Divina Grazia, ma solo di se stesso, e
delle sue Abilità; e che egli, con tutta la sua Forza e con tutti le
sue Facoltà, si ripieghi nella sua Anima, in Presenza di Dio. E benché
il suo Cuore sia completamente contro ciò, e gli dica, Non farlo, fermati
un po', non sarà opportuno (farlo) Oggi: O se dice, I Tuoi Peccati
sono troppo grandi, non può essere che tu ottenga la Grazia di Dio;
e così venga in una tale Angoscia che non può pregare, né
ricevere alcun Conforto o Forza nel suo Cuore, ma è come se la sua
Anima fosse completamente cieca e morta per Dio, tuttavia egli deve essere
ancora risoluto, in quanto che la Promessa di Dio è una certa infallibile
Verità; e con un Cuore sottomesso sospirare verso la Divina Pietà,
e nella sua grande Indegnità abbandonarsi interamente ad esso.
14. E sebbene veramente si consideri del tutto indegno, come uno Sconosciuto
ed un Alieno, cui l'Eredità di Cristo non appartiene più, come
uno che ha rinunciato e perso il suo Diritto ad essa, tuttavia dovrebbe fermamente
appoggiarsi sulla Parola di Cristo, sapendo che essa è certamente vera,
cioè che egli venne a cercare e salvare ciò che era perduto,
vale a dire , il povero Peccatore che è cieco, morto, e perso per Dio.
Deve fermamente imprimere questa Promessa in se stesso, ed assumere un forte
Intento e Risoluzione, che non si allontanerà dalla Grazia di Dio promessa
in Cristo, sia pure se Corpo ed Anima dovessero perire, e sia pure se non
dovesse ricevere Conforto nel suo Cuore tutti i Giorni della sua Vita, o la
minima Assicurazione della Remissione dei suoi Peccati; considerando e sapendo
che le Promesse di Dio sono più certe e salde di qualsiasi Conforto.
15. Che anche si riproponga, e leghi saldissimamente la sua Volontà
in questa Risoluzione, che non rientrerà mai nelle passate Immagini
e Vizi bestiali. Sì, per quanto tutti i Suini e le Bestie malvagie
in lui si lamentino fino alla Morte della Perdita del loro Cibo e Passatempo,
ed egli stesso sia uno sciocco nell'Opinione di tutto il Mondo così
facendo, tuttavia egli resterà fedele alla sua Risoluzione di attaccarsi
alla Grazia promessa di Dio; e se egli deve diventare un Figlio della Morte,
desidererebbe così di essere nella Morte di Cristo, per morire e vivere
per lui a suo Piacere. E che metta in atto ed esegua questa sua intenzione
pregando continuamente e sospirando a Dio, e svolga tutti i suoi Doveri, Impegni
e Lavori per lui, e si astenga dalla Immaginazione od Inclinazione dell'Orgoglio,
Cupidigia, ed Invidia. Che solo ceda queste tre Bestie, ed il resto diverrà
subito debole, lieve, e pronto a morire. Poichè Cristo prenderà
presto una forma nelle Parole della sua Promessa, che quell'uomo imprime in
se stesso e in cui si avvolge, e così viene alla Vita e comincia a
lavorare in lui; per cui le sue Preghiere diverranno potenti, e che sarà
vieppiù rinforzato e confermato nello Spirito di Grazia.
16. E come il Seme nel Ventre della Madre sottostà agli Infortuni della
Natura e a molti Accidenti esteriori nel crescere per essere un Bambino, e
prima di ricevere la Vita; così qui, il più risolutamente possibile,
ed attraverso la più grande Opposizione, un Uomo esce da se stesso,
e da queste Immagini, quanto più velocemente ed a fondo egli entra
in Dio, finchè alla lunga Cristo viene a vivere nella Grazia corporizzata;
il che è effettuato nella ed attraverso la grande Serietà dell'Intenzione
e della Lotta. Cui segue subito il fidanzamento o sposalizio con la Vergine
Sophia, cioè la preziosa Umanità di Cristo, laddove i due Amanti,
l'Anima e l'Umanità di Cristo, si ricevono e abbracciano con Gioia,
ed insieme al più Interiore Desiderio, penetrano nel dolce Amore di
Dio. Ed immediatamente le Nozze dell'Agnello sono celebrate, dove la Vergine
Sophia, la preziosa Umanità di Cristo è unita all'Anima in vita.
Ora, ciò che è fatto in quelle Nozze, e con quale Gioia è
celebrato, Cristo stesso lo indica, dicendo, C'è più gran Gioia
nel Cielo (cioè nell'Uomo) e tra gli Angeli alla Presenza di Dio,per
un Peccatore che si pente, che per novantanove Giusti che non han bisogno
di pentimento.
17. Ma non c'è nè Penna che possa scrivere, nè Parole
che possano esprimere che cosa sia l'estrema dolce Grazia di Dio nell'Umanità
di Cristo, e qual diletto abbiano, coloro che giungono degnamente alle Nozze
dell'Agnello. Noi stessi infatti le abbiamo trovate per Esperienza in questa
nostra Via e Corso, e dunque sappiamo per certo che abbiamo una sicura Base
su cui scrivere; e vorremmo dal Profondo del nostro Cuore comunicarle ai nostri
Fratelli nell'Amore di Cristo; i quali, se credessero e seguissero i nostri
affidabili Consigli infantili, scoprirebbero per Esperienza anche in loro
stessi, (ciò) da cui questa semplice Mano conosce e comprende questi
grandi Misteri.
18. Tuttavia, avendo già scritto in libertà un Trattato espressamente
concernente il Pentimento e la Rigenerazione, evitiamo qui di scrivere altro
in questa Direzione, e rimandiamo il Lettore a quel Trattato ; come anche
a quel grande Lavoro sul Genesi, chiamato Mysterium Magnum, in cui egli può
trovare il Fondamento di qualunque cosa voglia o possa chiedere, sufficientemente
impostato. E Lo ammoniamo nel vero Amore Cristiano, di seguirci nel nostro
Procedere e nella nostra Via, ed allora otterrà in sè la Divina
Visione, e sentirà che il Signore attraverso Cristo parla in lui ;
e con questo lo affidiamo all'Amore di Cristo.
Datato 9 Febbraio 1623.